Language   italian version  english version | Full database Admin    New blog | Edit/delete blog | Configure Ublog 
Blog details     01/12/2010  
 
 
  DECEMBER 2010  
smtwtfs
234
567891011
12131415161718
19202122232425
262728293031

current month
"ITALIA: ULTIMO ATTO" @ SINERGIE ALTERNATIVE (I) & UNWOUND GIG @ ERBA D  by Il Levriero Staff 01/12/2010 at 21:48
Great "Italia: ULtimo Atto" review @ SINERGIE ALTERNATIVE (I) by Andrea Virga

"Il secondo concept album degli Ianva (dopo il breve disco “Occidente”), è sempre di ambientazione storica, e ripercorre sessant’anni di storia italiana, dal Fascismo alla normalizzazione postmoderna. Dopo il “Prologo” – un breve brano pasoliniano letto da Enrico Silvestrin –, che dà la chiave di lettura a tutto l’album, la prima metà dell’album (tracce 2-7) è dedicata alla Seconda Guerra Mondiale. S’inizia con una cupa critica al trasformismo italiano, dall’acritica accettazione del fascismo all’acritica accettazione della democrazia, sempre a scapito delle voci dissidenti (“Dov’eri tu quel giorno?“). Le canzoni successive narrano l’orrore della guerra e della morte della Patria: dalla narrazione del bombardamento di Genova attraverso gli occhi di un sopravvissuto (“Galleria delle Grazie“); alla Resistenza, vista non ideologicamente, ma antropologicamente, guardando “Negli occhi di un ribelle“; fino alla guerra civile, vista come “La stagione di Caino“, e alla susseguente vendetta sui vinti, attraverso la storia dell’esecuzione dell’incolpevole attrice “Luisa Ferida“, e la tragedia subita dalle popolazioni giuliano-dalmate (“Bora“).

La seconda parte dell’album (6 tracce), è invece dedicata al periodo repubblicano, con le sue numerose brutture, con il tradimento degli ideali proclamati dai Costituenti, e il totale affossamento del popolo Italiano. Si parte con la malapolitica, vista attraverso il caso Montesi, tratteggiato efficacemente in “In compagnia dei lupi“, per arrivare a parlare degli Anni di Piombo, con “Cemento armato“, e la canzone “Pasionaria“, implicitamente dedicata dal brigatista Renato Curcio alla compagna Mara Cagol. “Piazza dei Cinquecento” (il piazzale prospiciente la Stazione Termini a Roma) ruota invece attorno al misterioso assassinio di Pasolini, uno dei più grandi interpreti del secondo Novecento italiano. Viene poi “L’estate dei silenzi“, quell’estate del 1980 segnata dai misteri delle stragi di Ustica e di Bologna, ed è come se si chiudesse la scena sull’Italia, con l’epilogo d’un’inusitata e spietata franchezza: “Italia: ultimo atto“, il brano dal sapore malapartiano che dà il nome all’album.
Quest’opera conferma il valore degli Ianva, come gruppo emergente, confermandosi come anche migliore del già ottimo “Disobbedisco“. Dal punto di vista tecnico si ribadisce un proprio stile, già ben formato, e una padronanza di differenti forme musicali, con una varietà anche maggiore: dalla deandreiana “La compagnia dei lupi“, alla morriconiana “Pasionaria“, fino ai brani strumentali che scanditi da frasi d’epoca come i frammenti di proclami radio in “La stagione di Caino” e gli slogan di piazza in “Cemento armato“, passando per gustosi dettagli come la sirena d’allarme in “Galleria delle Grazie“, il romanesco di Duke Montana nei panni del ragazzo di vita a “Piazza dei Cinquecento“, i lugubri cori slavi in “Bora“. Le interpretazione dei cantanti Mercy e Stefania D’Alterio restano comunque magistrali e ben all’altezza dei brani.
Quanto ai testi, anche qui la struggente storia d’amore e di guerra di “Disobbedisco!” è superata da questa cavalcata attraverso il secolo breve italiano. Abbandonate le retoriche del fascismo e dell’antifascismo, proprie ai cantautori organici, la storia è raccontata attraverso i vinti: i fascisti eretici e i partigiani traditi, le vittime dei bombardamenti e dei rastrellamenti, delle vendette partigiane e delle foibe, e poi i testimoni impotenti dei misfatti del potere, i giovani morti in piazza – cuori rossi e cuori neri – e i poeti ammazzati, i terroristi vinti e le vittime dei terroristi vincitori (quelli con 49 stelle in più). La differenza fondamentale rispetto a Malaparte – che è quasi il nume tutelare, il Virgilio, insieme a Pasolini, della discesa in questo Inferno dantesco, d’un’Italia davvero serva, bordello e ostello di dolore –, sta nel Leitmotiv, che non è qui la Pelle, il semplice e animale attaccamento alla propria sopravvivenza, bensì qualcosa di più, il sogno e l’ideale che bruciavano le anime dei vinti, fino a poter ancora affermare dopo tanto schifo: «Patriota io resto, però, quando sto con me stesso / Vivo uno Stato ideale tra i muri della mia stanza».

(Andrea Virga - Sinergie Alternative (I) - November ’10)


Our biggest thnx to Andrea & all Sinergie Alternative Staff!


plus...

Unwound gig report @ ERBA DELLA STREGA (I) by Max 13-34.




Read it

HERE (sorry, Italian only!)


Our biggest thnx to Max & all Erba Della Strega Staff!